Natività Maria Vergine

Badile, un tempo frazione del comune di Binasco, che appartiene alla diocesi di Pavia, attualmente è frazione di Zibido S.Giacomo, pur essendo pendente presso la Regione Lombardia la pratica per diventare autonomo. La sua vita civica è orientata verso Binasco per lavoro ed attività varie, ma ecclesiasticamente è inserita nel decanato di Cesano Boscone e desidera orientarsi verso quello di Rozzano. La fondazione del beneficio parrocchiale della chiesa di Badile, dedicata alla Natività di Maria Vergine, risalirebbe presumibilmente al principio del ” Quattrocento ” per smembramento della parrocchia di Zibido S. Giacomo.
Non sono stati ritrovati documenti al riguardo, ma solo una annotazione sopra i libri anagrafici parrocchiali di Zibido, che ribadisce questa tesi, ma non menziona nessuna epoca. Probabilmente con l”inizio della costruzione della Certosa di Pavia, la Curia Arcivescovile di Milano ha dato una ristrutturazione territoriale nuova alle parrocchie della zona in quanto avrebbero senz”altro sentito il beneficio del lavoro dei Certosini, magari fondando parrocchie nuove. Un documento senza data, ma certamente dell”epoca di S.Carlo dice: ” Nella chiesa parrocchiale de S. Maria de loco Badiglio over Badej… ” e più avanti menziona la chiesa di S. Maria al Pilastrello con cappellano residente, di S. Vincenzo di Moirago con un cappellano mercenario. Nel 1573 S. Carlo visitava la parrocchia ed ordinava al parroco di accomodare il battistero, di recintare il cimitero con muro, di usare l”abside come coro e non come sacrestia, che deve essere costruita. Inoltre si dovevano fare le balaustre attorno agli altari, pavimentare e soffittare la chiesa e costruire il campanile.
Alla comunità di Badile veniva raccomandato di accomodare le strade per rendere più agevole il cammino del curato, quando si recava a visitare gli infermi nelle cascine. S. Carlo ordinava al parroco di vendere 5 pertiche di terreno ai Frati della Certosa di Pavia (era coltivato a riso e confinava con i loro terreni) e, con il ricavato, di costruire la casa parrocchiale. Raccomandava di eleggere i priori della Confraternita del SS. Sacramento ogni anno, di tenere in ordine i libri contabili e di seguirne le norme; si asteneva dal riconoscerla giuridicamente, forse, per incertezza di buona volontà degli aderenti.
Al riguardo della chiesa di S. Maria al Pilastrello ordinava una miglior collocazione della statua della Madonna, cercava di sbrogliare un ” pasticcio ” annoso in relazione alle colonne trasportate a Milano nella chiesa di S. Nazario in Brolo, con patto di restituzione delle stesse in caso di bisogno ed altre raccomandazioni generali. Alla fine di quel secolo Badile con Zibido e Moirago appartenevano alla pieve di Lacchiarella. Uno stato d”anime dell”epoca ci indica la consistenza della parrocchia:
Una descrizione accurata della parrocchia di Badile viene fatta dal Visitatore Diocesano Mons. Bracciolino, che arrivò a Moirago il 4 luglio 1597. Il SS. Sacramento è conservato in una pisside argentata, custodita in un tabernacolo di legno. Il battistero è costruito in forma rotonda e collocato in una cappella dipinta con raffigurazione di S. Giovanni Battista. L”altare maggiore è disposto ” ad orientem “, è in legno con inserita la pietra sacra, come ornamento ha quattro candelabri, cinque angeli, una croce ed a retro una tela con Madonna e Bambino Gesù. La cappella dell”altare maggiore è oscura e mal fatta.

Nella parete meridionale della chiesa c”è una cappelletta con nicchia alla parete e sopra una finestra. La cappelletta è stata costruita da Alessandro Ruide con intenzione di dotarla di cappellania. La chiesa ha un”unica navata, ” cuius fundationis dies ignoratur “, non è consacrata ed è festeggiata 1”8 dicembre, giorno in cui allora veniva solennizzata la Natività di Maria. In quel giorno convenivano a Badile quattro o cinque sacerdoti che celebravano con il parroco, che poi offriva loro il pranzo. Il pavimento della chiesa è in cemento, sotto due sepolcreti ed il soffitto alquanto rovinato nel fondo dell”edificio. Le porte erano due, una principale in forma quadrata nella facciata della chiesa, l”altra, usata dal parroco, era situata nella parete settentrionale. Un”unica finestra era aperta sopra la porta principale. Non c”era sacrestia. C”era un solo confessionale. Dopo un lungo elenco di paramenti, si dice che il campanile era stato costruito nella parte settentrionale della chiesa ed aveva due campane. Attorno all”edificio sacro c”era il cimitero, ma era mal recintato. Seguiva poi la descrizione dei beni della chiesa, che consistevano in un centinaio di pertiche di terreno, ancora proprietà della parrocchia al 1597. Parlando dei legati, Mons. Bracciolino annotava quello di Ambrogio de Sconibi di Mentirate, che rendeva 10 libbre per ogni ” officio ” celebrato a salvezza della sua anima, legato rogato dal notaio Gio Battista Tessera il 5 novembre 1586. Un altro legato era di Battista Repossi di Conigo, i cui eredi dovevano corrispondere dal 1585 un ” annual ” non ben precisato, in cambio di preghiere. Seguiva un elenco di altri legati, ma di minore entità . La Scuola della Dottrina Cristiana e del SS. Sacramento, tra uomini e donne, contava ben 50 persone; priore era Francesco Airone. Dopo aver visitato la chiesa di Badile, Mons. Bracciolino visitava quella di Mentirate e faceva la sua relazione che qui portiamo per brevi cenni. Detta chiesa, in forma quadrata, era dedicata a S. Francesco, era costruita male, aveva l”altare in legno con pietra sacra. La messa veniva celebrata quasi mai. La chiesa di S. Maria al Pilastrello aveva un altare unico, con quattro candelabri. Ai lati aveva due finestrelle, sopra la parete era dipinta una Madonna con Bambino e sui lati due angeli. Suo cappellano era don Giovanni Cainarca che era succeduto a don Andrea Gambari, morto da poco. La sopravvivenza di questo cappellano era dovuta a certi cespiti di terreni parrocchiali esistenti attorno alla chiesa e ad un livello di 21 libbre e 12 soldi pagati da Antonio Malabarba di Milano il giorno di S. Martino. Questa chiesa aveva il campanile, la sacrestia piccola ed oscura, due porte ed il pavimento. Era chiamata del “Pilastrello” perchà© la statua della Madonna era collocata di fronte ad una piccola colonna, ivi trasportata da qualche chiesa preesistente. Durante la peste del 1630 il parroco ne fu contagiato e morì.
Al principio del “Settecento ” Mentirate ebbe sviluppo di edifici ed aumento di abitanti e cercò di diventare una parrocchia autonoma. Gli abitanti però non riuscirono nel loro intento e per parecchio tempo la parrocchia ebbe la denominazione di ” Badile e Mentirate ” .La cascina di Mentirate un tempo era una grangia certosina, vi era un castello, la chiesa abbaziale con cimitero. Interessanti reperti archeologici dell”epoca dei Visconti ci dicono quanto fosse importante questa località .
La sagra era alla quarta domenica di luglio. Venne eseguito un restauro alla chiesa ed al coro e fu edificato il campanile. Più tardi venne ampliato l”edificio e si trasferì il cimitero a circa 500 metri di distanza. Nel 1965 furono riordinati i confini parrocchiali a causa del passaggio dell”Autostrada dei Fiori.