GRIGLIATA COMUNITARIA DI FINE ANNO PASTORALE

Pubblicato giorno 17 giugno 2019 - Senza categoria

16 Giugno 2019, FESTA DELLA SANTISSIMA TRINITA’

Un dado, un semplice e insignificante dado si era allentato e stava rendendo più faticosa l’opera di sistemazione della “Parrocchia” al termine della Festa del Riso, XX edizione.
Un dado che, a furia di continue sollecitazioni, si era allentato. E con lui anche la sua ranella, ancor più insignificante, aveva deciso addirittura di scivolare via dalla vite e di perdersi nel vasto campo dell’Oratorio!

Ormai, il timone del rimorchio procedeva a strattoni sconnessi che facevano oscillare il carico.

Il trattorino arancione, acquistato anche grazie alla paziente vendita, durata un anno, di sacchettini di conchigliotti confezionati ad uno ad uno da una squadra di donne della Parrocchia, procedeva spedito, quasi incurante di quello che gli stava accadendo alle spalle. Ma a sorvegliare il lavoro, sotto l’intenso sole delle tredici, lo sguardo acuto e attento di un corista, e non di un meccanico: a volte, la soluzione non la trova l’esperto della questione, ma l’innamorato dell’obiettivo. Alla guida del trattorino non un patentato manovratore, ma un nonno accompagnato da due figure più simili a due gendarmi a garantirgli lo scarico del trasportato.

Ecco quel dado mi ha fatto molto riflettere e molto sorridere.

Dado, ranella e vite: tre oggetti molto diversi tra loro ma che qualcuno ha messo insieme perché sostenessero uno dei due bracci del timone del carrello e poter così facilitare la fatica dell’uomo nel trasportare oggetti. La loro unione dona un preziosissimo aiuto alle membra umane. Tre piccoli oggetti, ma insieme sono capaci di trasportare e trainare. Insieme sono un portento.

La Festa della Santissima Trinità che celebriamo oggi, coincidenza al sapore di Dioincidenza, ci aiuta ad aprire veramente gli occhi sulla nostra realtà e sul nostro destino.

Realtà: presi singolarmente siamo carne e ossa abbastanza limitati nel tempo. Tutti diversi e ciascuno particolare.

Destino: se addirittura Dio si presenta come infinita e appassionata relazione tra Tre Persone distinte ma uguali nella Divinità, il destino di noi creature è rendersi simili al Creatore, al Dio Trinità.

Carissimo volontario, raccogli dalla custodia “porta occhiali” e custodisci tra “le tue cose preziose” un dado, una ranella e una vite: siano tua quotidiana riflessione e ti donino la grinta, l’entusiasmo e la gioia di alimentare, custodire e praticare la corresponsabilità e la collaborazione. Mettersi insieme rispettando le particolarità non è saggezza umana, ma è Vita Divina: solo così “si vive da Dio”! Impariamo a conoscerci, a rispettarci, a frequentarci: la fede nello stesso e unico Signore Gesù sarà ciò che ci unirà e noi saremo come quei tre oggetti: capaci di fare cose inaudite, capaci di vedere i miracoli.